Accatastamento di una piscina: quali autorizzazioni ti servono?

L’accatastamento di una piscina interrata è veramente necessario?

Questa è la prima domanda che mi rivolgono i clienti quando spiego le procedure e gli “step” da svolgere.
Non devi stupirti o imbarazzarti per la domanda.

Questo è un quesito molto comune tra chi desidera creare nella propria area verde una piscina interrata.
L’errore nasce innanzi tutto dal fatto che non sempre è necessario richiedere un’autorizzazione per la costruzione.

E a questo, complice l’autonomia concessa agli enti locali, si aggiunge la mancanza di un elenco univoco per la richiesta.

Per evitare salate multe devi affidarti a chi ha esperienza nel settore e ti possa orientare tra le “scartoffie” burocratiche.

Perché è necessario accatastare una piscina

La piscina interrata non è una semplice vasca piena d’acqua.

Non puoi pensare di gestirla proprio come le piscine gonfiabili che si utilizzano per i bambini.

La progettazione di una piscina, oltre all’aspetto estetico legato ai materiali e alla forma, dovrà includere anche dell’accatastamento del fabbricato.
Ma andiamo con ordine e partiamo dall’inizio.
Se hai un’area verde, e vuoi realizzare una piscina, hai la possibilità di scegliere tra quella interrata e quella fuori terra.

La differenza, per alcuni aspetti, è lieve mentre per altri è sostanziale.

Devi calcolare:

  • il fattore estetico. La piscina interrata non occupa spazio esterno e regala alla tua proprietà una sensazione di spazio e luminosità.
  • Il fattore economico. Nella piscina esterna non devi pianificare costi per scavare nel terreno. Sarà necessaria una robusta base per sorreggere il peso della struttura e dell’acqua.
  • Il fattore logistico. La piscina fuori terra non richiede alcuna autorizzazione burocratica. Il solo contatto necessario sarà tra il cliente e il fornitore.

Non lasciarti scoraggiare da questo ultimo fattore. È vero, per la piscina interrata servono delle autorizzazioni, concessioni e accatastamenti.

Ma nulla di impossibile.

Continuando a leggere ti spiegherò i passaggi che devi svolgere per poterti godere la tua oasi di piacere. Noterai subito che, a separarti dalla tua piscina interrata, sono solo piccole formalità.

 

Quando chiedere le autorizzazioni al catasto?

La normativa del settore consente un’ampia autonomia amministrativa ai Comuni e alle Regioni. Darti un elenco dei documenti, dunque, sarebbe non solo inutile ma anche dannoso. Potrebbe farti cadere in errore e questo non è nel mio interesse.

Quello che desidero è farti capire, invece, è la necessità di avere tutti i documenti in regola. Non si tratta solo di “cosa” chiedere ma anche “quando” devi avanzare le domande.

Innanzi tutto devi verificare se nell’area nella quale vuoi creare la piscina esiste un vincolo paesaggistico o archeologico. In questo caso abbandona i tuoi propositi iniziali perché non potrai mai ottenere l’autorizzazione.

Attenzione, però, non devi rinunciare all’idea di avere una piscina ma solo cambiare strategia.

In questo caso ti suggerisco di optare per una piscina fuori terra, struttura che non necessita permessi.

Un altro elemento variabile è legato al momento in cui tu decidi di costruire la piscina.

Se decidi di costruirla contemporaneamente alla casa allora effettuerai in contemporanea le procedure dell’accatastamento immobili.
Questo ti permetterà di avere immediatamente una planimetria che include tutte le pertinenze esterne.

Se scegli di costruire una piscina interrata ex novo, in una proprietà già accatastata, invece dovrai ricominciare la procedura dall’inizio.

Sarà necessario chiedere una variazione al catasto, emettere una “SCIA” e allegare una copia del disegno della piscina.

Tutti adempimenti che, venendoci a trovare, ti aiuteremo a capire e risolvere nel più breve tempo possibile.

Cosa sono “SCIA” e “DIA”?

Presentandoti all’ufficio di competenza dovrai richiedere alcuni documenti.

In particolare, per l’accatastamento della piscina, sentirai parlare di “SCIA” e “DIA”. Queste sono le sigle più importanti nelle quali ti imbatterai e vogliamo spiegarti di cosa si tratta.

Per “DIA” si intende la “denuncia di inizio attività”. Un atto amministrativo che viene richiesto per le varianti in corso d’opera qualora non prevedano modifiche sostanziali.

Questo documento può essere richiesto in sostituzione della “SCIA”, vale a dire, la “segnalazione certificata di inizio di attività”.

Nel caso di una piscina e relativo accatastamento, la SCIA corrisponde a un permesso a costruire.

Queste due non sono le uniche sigle che incontrerai. Potrai imbatterti in “CIL”, “RUE” o “ARPA”.

Il mio suggerimento è sempre lo stesso: niente panico!

Basterà riflettere bene sulle richieste imposte dalla pubblica amministrazione e le tue esigenze.

Insieme potremo trovare la soluzione ottimale.

La piscina privata è un sogno che può essere ancora realizzato.

Conclusioni finali

La registrazione della piscina privata al catasto è un obbligo dal quale non puoi essere dispensato.

Si tratta di un dovere che ti compete sia se l’impianto è legato a una proprietà singola sia condominiale.

All’Agenzia delle Entrate risulterà una struttura legata alla rendita dello stesso fabbricato. Oltre al costo dell’accatastamento, però, dovrai calcolare anche l’innalzamento del valore della tua proprietà.

Un “prezzo” che, sono certo, vale la pena di accettare.

Non dimenticare, dopo che avrai concluso i lavori e le procedure burocratiche, di richiedere una nuova planimetria della tua proprietà.

Nella nuova mappa dovrà essere definita anche l’area della piscina. Un documento che ti può tornare utile in molte occasioni.

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